Mattino, senza limite di tenerezza –
Metà realtà e metà sogno,
deliquio insoddisfatto,
suono vago di pensieri…

OSIP MANDEL’ŠTAM
da Kamen’ (Pietra)

 

Una cosa è certa. Noi aspiriamo ad altro.  Io c’ero quando Chiara Matteucci fu eletta presidente del Consiglio di Istituto. Una abilissima mossa della preside Baldriga. Chiara Matteucci era stata eletta in una lista con pochi voti. La lista maggioritaria aveva proposto Giovanna Borsellino, la più votata. In una drammatica riunione, durante la quale la preside Baldriga addirittura gelò gli entusiasmi di Giovanna Borsellino che si proponeva – vista la sua esperienza – di aiutare la scuola nella compilazioni di alcuni bandi, con la complicità dei professori invece del candidato designato – come volevano la consuetudine  e l’uso, fece eleggere Chiara Matteucci.

La sua presidenza fu caratterizzata  dal supino adeguarsi alla volontà della dirigente. Addirittura con appelli al Presidente della Repubblica, in occasione di una occupazione.

Ora mi ero dimenticato di tutto questo, e poi me la sono vista sbucare a Porta a Porta, con chissà quali rivelazioni.

Il titolo è eloquente: “Liceo Virgilio: la cupola mi ha costretto alle dimissioni”. ( Dimissioni mai date  la signora è rimasta fino a fine mandato ndr)

Non ho intenzione di confutare le sue asserzioni. Penso solo che è un metodo. Lo stesso metodo della preside precedente e dell’attuale. Fare scarmazzo mediatico. La televisione e la stampa hanno i loro limiti, me se usati abilmente, possono aiutare in tanti modi.. Non sempre, anche se vige l’etica del provarci. Io ci provo, poi vediamo che succede. Spesso i risultati sono opposti.

Per buona pace della verità. E in questo caso la verità la conosciamo, è bianco contro nero, senza sfumature.

Non esiste nessuna cupola. Non esiste nessuna mafia. Non esistono studenti figli di papà.

Non esiste nulla di quello che è stato detto a fari accesi. Il problema che poi, a fari spenti, restiamo noi, a vivere e a fronteggiare i problemi che nessuno risolve.

Smettetela. Grazie.

 

Gianfranco Isernia