Ieri il vostro stregone, che non scrive da tempo, è stato alla conferenza scuole municipio.
Ha sentito lamentele sulla mancanza di aule. I presidi chiedono spazio. Alcune scuole che hanno prestato aule, le rivorrebbero indietro, altre che hanno un numero soverchio di domande chiedono più spazio.
A parte lo spavento per la presenza di tante presidi in una sola stanza, lo stregone vorrebbe fare poche considerazioni.
Il presidente della commissione consiliare scuola e edilizia scolastica del municipio roma 1 centro – che ha convocato l’incontro – ha proposto di mettere un tetto alle iscrizioni. mille e non più mille. Se non ci sono spazi, non ci sono.
Il discorso era chiaro e documentato, e  trovate i file  consultabili qui appresso:

 

LA POPOLAZIONE SCOLASTICA NEL COMUNE DI ROMA E NEL I MUNICIPIO

APPROFONDIMENTO SULLE SCUOLE ELEMENTARI

APPROFONDIMENTO SULLE SCUOLE MEDIE

http://liceovirgilioroma.eu/wp-content/uploads/2015/02/CASE-STUDY-KENNEDY.pdf

Molte scuole hanno promosso indirizzi di tutti i tipi, ed altre scuole lamentano questo protagonismo, che comporta la richiesta di spazi che non ci sono.
Le domande che lo stregone si è posto sono le seguenti:

Perché promuovere indirizzi nuovi se non c’è spazio per quelli vecchi?
Perché fare una campagna acquisti se non si ha lo spazio dove mettere gli acquisti?
Perché moltiplicare indirizzi e studenti, con una situazione disastrosa di aule ed edifici?

Non sarebbe meglio se la differenziazione di indirizzi fosse legata a differenti istituti? Magari migliorando quello che si ha?
Lo stregone sogna un convitto al Virgilio o una struttura legata alla scuola per moltiplicare gli scambi degli internazionali, ad esempio.

Lo stregone con sua somma meraviglia ha inoltre scoperto che in alcune scuole le aule sono così dimensionate: le più grandi e spaziose sono assegnate alle classi prime e le più piccole alle classi ultime, perché la scuola opera una selezione. Partono in tanti e pochi arrivano.
Per principio, come se fosse la cosa più naturale della terra.
Questa cosa si chiama dispersione scolastica e le scuole dovrebbero combatterla.
Ci sono iniziative promosse dal Ministero, in tal senso.

Ha sentito pronunciare la parola “eccellenza”, come se i licei fossero o potessero essere scuole d’eccellenza sulla fattispecie della Scuola Normale Superiore di Pisa, che è una università.

Ha pensato che il prestigio della scuola non è direttamente proporzionale al numero dei ragazzi. Più ragazzi non significa più prestigio.
Ha scoperto che il corpo docente a detta delle Presidi, è sempre “eccezionale”, un po’ come i vedovi che sono sempre “inconsolabili”.
Ha scoperto che i presidi non amano essere chiamati presidi, ma “dirigenti”. E che gli studenti e le famiglie sono “utenti”.
Ha scoperto infine che gli stipendi dei dirigenti sono commisurati al numero di utenti. Inoltre: più studenti, più personale amministrativo in dotazione.
La scuola non è un mercato, i ragazzi non sono buoi, i genitori non sono utenti.
Un solo dirigente ha pronunciato due paroline magiche: “Nella mia scuola non c’è dispersione. Noi non tolleriamo la dispersione”
Allora lo stregone ha sorriso, e ha pensato: finché c’è scuola c’è speranza.

“Dentro la bocca ha tutte le vocali
Il bambino che canta la sua gioia
Come la giacca azzurra , come i pali
netti del cielo, s’apre all’aria, è il fresco della faccia che porta. Il 4 è rosso come i numeri grandi delle navi.”
Alfonso Gatto.

Lo stregone benevolo.

Foto di sconosciuto