La lotta alla droga non si fa con la caccia ai “ladri di merendine”. Lo ha detto il procuratore capo della Direzione Nazionale Antimafia Roberti, in una recente audizione alla Commissione Antimafia, parlando degli spacciatori di piccole dosi di hashish e marijuana. Nella relazione 2015 la DNA ha auspicato inoltre una “rimodulazione delle fattispecie incriminatrici nel settore della cannabis per un numero di casi corrispondente e non sovra-dimensionato rispetto alla gravità del fenomeno”.    Un’indicazione inascoltata perché nei primi tre mesi del 2016 si è registrata una vera e propria offensiva repressiva nelle aule dei licei italiani da Arzachena alla Brianza, da Pontedera a Teramo, da Udine a Marsala. Un’offensiva che ha portato a perquisizioni degli studenti in classe fino all’arresto di uno studente al liceo Virgilio di Roma con l’accusa di avere venduto una “canna” a un minorenne. Ieri è finito ai domiciliari.  “Certo – si legge nel rapporto – la cannabis è molto diffusa, ma non molto di più delle droghe sintetiche, ma, comunque, un’azione repressiva ad ampio spettro come quella attuale non è sostenibile o se è sostenibile lo è a detrimento della repressione di reati analoghi che lo stesso legislatore ritiene più gravi. Dunque, per un verso, è necessario allocare diversamente le risorse umane e di polizia sugli altri fronti del narcotraffico e, per altro verso, è necessaria, per rendere il sistema non intrinsecamente contraddittorio, una rimodulazione delle fattispecie incriminatrici”.           L’interrogazione di Sinistra Italiana
Il caso del Virgilio a Roma è diventato esplosivo. Ieri i deputati di Sinistra Italiana (Fratoianni, Pannarale, Marcon, Paglia, Costantino, Farina) hanno presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Istruzione Giannini.  Al primo punto c’è la spettacolarizzazione della criminalizzazione degli studenti. L’irruzione, durante la ricreazione, quindi nell’orario scolastico, di dodici carabinieri è il problema: “Sia da parte degli studenti che da parte di alcuni genitori è stato fatto notare che non si dovrebbe assistere a tali momenti plateali di studenti, anche se coinvolti in comportamenti non idonei e attualmente penalmente perseguibili” sostengono i deputati.                                                                                                                                       Educare e punire                                                                                                                                                              La presenza delle forze dell’ordine in classe è a dir poco anomala ed è il frutto di una scelta emergenziale e poliziesca nella gestione dei conflitti nelle classi, tra docenti e adolescenti. L’istituzione scolastica sembra avere rinunciato a ogni forma di mediazione e non intende recuperarla attraverso strumenti della partecipazione e del dialogo. Si aprono così nuovi scenari del controllo e dell’esibizione della forza.Agli studenti e genitori che hanno criticato questo modello, ieri la preside del Virgilio Irene Baldriga ha replicato: «Sono cose che capitano in tante scuole, non si capisce perché al Virgilio debba diventare una cosa di cui discutere”.  Parole che delineano la trasformazione in corso: nelle scuole la “war on drug” è considerata normale. In un comunicato scritto in occasione di un caso simile in una scuola bolognese, il Forum Droghe e Antigone avevano descritto le conseguenze di questo modello proibizionista: “un esempio lampante  del fallimento del modello proibizionista: spreco di risorse, spettacolarizzazione della war on drugs, costante aumento del consumo di sostanze di stupefacenti soprattutto da parte dei più giovani ma non solo”.   Sul caso del Virgilio è intervenuto Hassan Bassi segretario Forum Droghe: “Il problema del consumo fra i giovani di sostanze stupefacenti andrebbe affrontato all’interno di  un processo educativo di prevenzione che si basi sulla fiducia fra educatore e studenti. Creare un clima di controllo e punizione non può portare che a peggiorare la situazione. Per ogni ragazzo denunciato ce ne saranno 10 che si nasconderanno ancora di più e finiranno direttamente fra le braccia del mercato nero e del malaffare”.  “L’alleanza tra “educare e punire” ha dimostrato nei decenni la sua pochezza (vedere gli andamenti dei consumi per credere). L’approccio deterrente, di reaganiana memoria (la Zero tolerance) ha avuto proprio negli USA, dove ha drenato milioni di dollari, la sua più radicale smentita” ha scritto Susanna Ronconi in un articolo.              Scientology al Virgilio                                                                                                                                                      Del Virgilio si continuerà a parlare perché, come attesta anche l’interrogazione di Sinistra Italiana, è spuntato un corso anti-droga promosso dalla fondazione “per un mondo libero dalla droga”. Tale fondazione fa direttamente riferimento alla discussa setta religiosa di Scientology.  Al ministro Giannini i deputati chiedono se il Miur abbia mai deciso di affidare a Scientology la cura di un tema esplosivo socialmente. E quale iniziativa intende prendere il governo per un’educazione sul tema. Che non sia quella con poliziotti, carabinieri e cani anti-droga a supporto di una certa idea della comunità scolastica.

ROBERTO CICCARELLI da “Il Manifesto” 24 III 2016