UNA POESIA ALLA SETTIMANA
Il nostro intento è quello di suscitare curiosità, voglia di approfondire e, soprattutto, la capacità di ricavare dai testi elementi per una maggiore consapevolezza.
Abbiamo scelto quindi di essere concisi, nei limiti del possibile, nelle presentazioni degli autori e fornendo, per i poemi particolarmente estesi, una scelta, inevitabilmente soggettiva, di alcuni versi.
Le nostre proposte non vogliono essere dei colti esercizi filologici ma dei suggerimenti per usare i concetti contenuti nei brani proposti come strumenti per personali analisi.
Ecco la terza presentazione: Bianca Tarozzi.
UN VISO
Alle otto al telefono una voce
mi dice: “Non c’è più”. E io
senza fiatare, senza replicare
altro che “sì”, accompagno la bambina
all’asilo. Al momento di attaccare
alla fila dei bassi attaccapanni
la minuscola giacca colorata
mi fermo, e all’inserviente
che non c’entra per niente,
che è lì per caso, dico:
“Oggi è morta mia madre”.
Lei risponde qualcosa che non sento
ma il viso resta spento, indifferente
e io ritorno, sola, al mio silenzio.
Ora quel viso,
quando lo vedo, mi ricorda il giorno
che non ricordo salvo per quel viso:
un viso spento, lontano, rotondo –
estraneo, come si era fatto il mondo.
Dopo
che hai fatto la valigia, spento il gas,
spente tutte le luci, chiuso l’uscio,
chiuso il portone, quando
ti appoggi a un muro e temi di cadere
e aspetti un mezzo, un modo
per andare lontano,
quando il cielo è sereno,
blu e sterminato sul cavalcavia
e tu non hai passato né futuro,
in quel momento vuoto
si accampa la poesia.
LA RIVOLUZIONE NON E’ UN INVITO A CENA
Quartiere del Pilastro – quattro bar,
nessun negozio – molti grattacieli
e la scuola serale: una cascina
abbandonata, appena un po’ discosto.
È il nostro esperimento, il nostro vanto:
si tratta di cambiare
il rapporto tra gli uomini e le cose.
Il nostro motto era servire il popolo –
i giovani ingegneri, gli insegnanti
neolaureati, i nuovi militanti
preparavano il popolo all’esame
di terza media. È insieme
imparavano, loro, qualche cosa.
«Ero venuto per servire il popolo
e ho scoperto che il popolo non c’è:
questo è un volgo disperso,
senza nome né fede comunista.
Semplicemente vogliono comprare.»
«E cosa c’è di male? Tu ce l’hai
il Pioneer con l’amplificatore?»
«Io sì, ce l’ho. Che c’entra?»
«E perché loro no?»
Alla scuola serale leggevamo
«Oh, Barbara!
Qu’es-tu devenue maintenant….
et celui qui te serrait dans ses bras
amouresement
est-il mort, disparu ou bien encor vivant…»
E Angelica, del tutto illetterata,
piangeva: « Oh Barbara!»
Ma lei, la mia allieva preferita,
dove sarà finita
e con lei la speranza, illacrimata?…
(continua)
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BIANCA TAROZZI
“Bianca Tarozzi è saggia e sa che la poesia può dire tutto…riesce a raccontare molto anche con quello che si lascia fuori. Quello che rimane fuori è lo spazio concesso al lettore, il campo dove ciascuno possa intravedere qualcosa di sé, qualcosa di più.
La lingua usata è fresca e di rara efficacia, impreziosita dalle iniezioni di vitamina angloamericana, di cui è formidabile traduttrice”
Gianni Montieri
Nata a Bologna nel 1941, è professoressa di letteratura anglo-americana.
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Ecco la seconda presentazione.
The World Is a Beautiful Place
The world is a beautiful place Il mondo è un gran bel posto
to be born into dove essere nati
if you don’t mind happiness se non v’importa che la felicità
not always being non sia sempre
so very much fun così tanto piacevole
if you don’t mind a touch of hell se non date importanza a un tocco d’inferno
now and then qua e là
just when everything is fine proprio quando tutto sembra andar bene
because even in heaven visto che pure in paradiso
they don’t sing non è che stanno a cantare
all the time tutto il tempo
The world is a beautiful place Il mondo è un gran bel posto
to be born into dove essere nati
if you don’t mind some people dying se non v’importa che qualcuno muoia
all the time ad ogni istante
or maybe only starving o che sia solo affamato
some of the time per un po’
which isn’t half bad il che non è così tragico
if it isn’t you se non riguarda voi
Oh the world is a beautiful place Oh il mondo è un gran bel posto
to be born into dove essere nati
if you don’t much mind se non date troppa importanza
a few dead minds a un po’ di menti spente
in the higher places nelle alte sfere
or a bomb or two e a una o due bombe
now and then ogni tanto
in your upturned faces sulle vostre facce che guardano in su
or such other improprieties o ad altre simili schifezze
as our Name Brand society di cui la nostra società Gran Marca
is prey to è preda
with its men of distinction con i suoi uomini d’eccellenza
and its men of extinction e con i suoi uomini da estinzione
and its priests e i suoi preti
and other patrolmen e gli altri guardiani
and its various segregations e le sue numerose segregazioni
and congressional investigations e le indagini parlamentari
and other constipations e le altre meschinità
that our fool flesh che la nostra pazza umanità
is heir to ha ereditato
Yes the world is the best place of all Sì il mondo è il migliore dei posti
for a lot of such things as per un sacco di cose come
making the fun scene recitare la commedia del divertimento
and making the love scene e recitare la commedia dell’amore
and making the sad scene e recitare la commedia della depressione
and singing low songs and having inspirations e cantare sottovoce e avere delle ispirazioni
and walking around e andarsene in giro
looking at everything osservando ogni cosa
and smelling flowers e annusare fiori
and goosing statues e dare pacche sul sedere delle statue
and even thinking e addirittura pensare
and kissing people and e baciare le persone e
making babies and wearing pants fare bambini e indossare pantaloni
and waving hats and e sventolare i cappelli e
dancing ballare
and going swimming in rivers e andare a nuotare nei fiumi
on picnics nei picnic
in the middle of the summer di piena estate
and just generally e insomma come idea generale
‘living it up’ “spassarsela”
Yes Sì
but then right in the middle of it ma proprio nel mezzo di tutto questo
comes the smiling ecco che arriva sorridendo
mortician il becchino
Alcuni versi da: “ Che cos’è la poesia”
Poesia è ciò che grideremmo ritrovandoci in una selva oscura nel mezzo del cammin di nostra vita. … è solitudine privata resa pubblica… …Poesia è una voce di dissenso contro lo spreco di parole e la marea folle della stampa… …Ogni poesia una pazzia momentanea, l’irrealista è il realista. La poesia allevia la nostra solitudine assoluta nell’universo solitario. La poesia è una presenza radicale che ci stimola continuamente… E’ l’ultima Resistenza. Il poeta un barbaro sovversivo alle porte della città che sfida in modo non violento lo status quo tossico.
Lawrence Ferlinghetti
Nato a New York nel 1919 è stato uno degli interpreti del movimento poetico di San Francisco negli anni cinquanta e sessanta. Lì ha fondato nel 1953 la “City Lights Booksellers & Pubblishers” libreria, casa editrice e luogo d’incontro della beat-generation ( Burroughs, Corso, Ginsberg, Kerouac, Snyder…). Nel 1956 la City Lights pubblicò “Howl” il poema di Allen Ginsberg e Ferlinghetti dovette subire un processo per oscenità da cui uscì però assolto. A novantacinque anni è ancora attivo; nel 2011 ha inviato due poesie scritte per celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.