Abbiamo inserito una rubrica di poesia in un sito basato sulle problematiche dell’Apprendimento convinti che spesso i poeti riescano a farci comprendere il reale con maggiore profondità di un discorso o di un saggio.
La poesia, inoltre, è duttile, si adatta al lettore, diventa in un certo modo, nostra suggerendoci e lasciandoci trovare prospettive nuove, consegnandoci uno spazio da completare.

Wislawa Szymborska

Apriamo con la poetessa polacca W. Szymborska (1923-2012) in omaggio alla sua capacità di mostrarci, con ironia e semplicità, le storture del nostro tempo e l’ambiguità di alcuni principi accettati acriticamente.

Scrivere un curriculum  

Cos’è necessario?
E’ necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.

A prescindere da quanto si è vissuto
il curriculum dovrebbe essere breve.

E’ d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e ricordi incerti in date fisse.

Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.

Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.
L’appartenenza a un che, ma senza un perché.
Onorificenze senza motivazione.

Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.

Sorvola su, cani gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.

Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.

Meglio il numero di scarpa,
che non dove va
colui per cui ti scambiano.

Aggiungi una foto con l’orecchio scoperto.
E’ la sua forma che conta, non ciò che sente.

Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che triturano la carta.

Del non leggere

In libreria con l’opera di Proust
non ti danno un telecomando,
non puoi cambiare
sulla partita di calcio
o sul telequiz con in premio una Volvo.

Viviamo più a lungo,
ma con minor esattezza
e con frasi più brevi.

Viaggiamo più veloci, più spesso, più lontano
e torniamo con foto invece di ricordi.
Qui sono io con uno.
Là, credo, è il mio ex.
Qui sono tutti nudi,
quindi di certo in spiaggia.

Sette volumi – pietà.
Non si potrebbe riassumerli, abbreviarli
o meglio ancora mostrarli in immagini?
Una volta hanno trasmesso un serial, “La bambola”,
ma per mia cognata è di un altro che inizia con la P.

E poi, tra parentesi, chi mai era costui.
Scriveva, dicono, a letto, per interi anni.
Un foglio dopo l’altro,
a velocità ridotta.
Noi invece andiamo in quinta
e – toccando ferro – stiamo bene.

Contributo alla statistica

Su cento persone:
che ne sanno sempre più degli altri
– cinquantadue;

insicuri a ogni passo
– quasi tutti gli altri;

pronti ad aiutare,
purché la cosa non duri molto
– ben quarantanove;

buoni sempre,
perché non sanno fare altrimenti
– quattro, be’, forse cinque;

propensi ad ammirare senza invidia
– diciotto;

viventi con la continua paura
di qualcuno o qualcosa
– settantasette;

dotati per la felicità,
– al massimo poco più di venti;

innocui singolarmente,
che imbarbariscono nella folla
– di sicuro più della metà;

crudeli,
se costretti dalle circostanze
– è meglio non saperlo
neppure approssimativamente;

quelli col senno di poi
– non molti di più
di quelli col senno di prima;

che dalla vita prendono solo cose
– quaranta,
anche se vorrei sbagliarmi;

ripiegati, dolenti
e senza torcia nel buio
– ottantatré
prima o poi

degni di compassione
– novantanove;

mortali
– cento su cento.
Numero al momento invariato.

Nota.
Si pronuncia: Visuava Scimborska