“Tutti così vuoti, così noiosi così demotivati”.
Come se il Virgilio non avesse occupato.
Ma il Virgilio è occupato, con la sua nuvola di speranza.
Arrivando da Piazza della Moretta fatevi inglobare, lasciate qualche spiccio alla cassa e superate il portone.
Però attenti! State entrando in un luogo dove la parola liberà tiene a cuccia stretta in un angolo la parola sicurezza.                           Tappatevi le orecchie, sarete investiti da un rumore di vita, dal fragore delle risate e dal perpetuo rumore del “super santos”.
Chiudete le palpebre o rimarrete sconvolti dai colori che hanno mangiato i muri bianchi del  cortile.  E potreste vedere gruppi di teste che socializzano…scappate, questa è l’aggregazione.
Le aule vanno sgombrate, sono aule tenute in ostaggio da sfrontate idee e utopici sogni.
E per carità fuggite dalle discussioni, dai cerchi di persone con le mani alzate che aspettano il loro turno per esprimersi: il confronto deve far paura. Le persone lì dentro etichettateli come violenti antidemocratici e sarete parte integrante dei “buoni”.
E allora entrate, ma come fantasmi, attraversate l’atmosfera che vi si pone davanti.
Seguite bene questi consigli perché altrimenti potreste cadere in quel sentimento che spinge i ragazzi a dormire notti dopo notti su banchi scomodi. Perché potrebbe accendersi in voi quel fuoco che vi smuove, perché potreste capire il valore della frase “ ripresa di uno spazio”.
Oppure vi innamorerete così come è successo a me e si sa in amore poi non si torna indietro perché “le storie d’amore finiscono ma non si cancellano.”

Lettera firmata