Pubblichiamo questa lettera senza la firma, per evitare ritorsioni. Siamo arrivati a questo punto
Noitutti.
Salve a tutte e tutti,
ho deciso di scrivere queste righe per cercare di spiegare la situazione di grave disagio in cui la comunità studentesca e parte del corpo docenti versa da due anni a questa parte e in modo ancora più estremo a seguito degli scrutini di giugno e settembre 2015, che hanno riportato risultati direi drammatici. Nella nostra scuola, non sono stati ammessi all’anno successivo più di 100 studenti, un dato preoccupante su cui vorremmo si facesse una profonda analisi. Di questi una parte già bocciati precedentemente proprio nella nostra scuola e di conseguenza impossibilitati, come prevede il regolamento interno dell’istituto, a riscriversi nuovamente ed a concludere il percorso iniziato nell’ambiente in cui sono cresciuti dal punto di vista culturale e di relazione, ma soprattutto umano. Ci hanno più volte ripetuto che secondo loro non ammettere uno studente all’anno seguente è formativo, che può aiutare nell’apprendimento e nella crescita personale ma quanto può essere utile subire per la seconda volta lo stesso trattamento?
Molte persone sono dell’idea che il professore in generale abbia sempre ragione e perciò l’eventuale bocciatura non potrà che essere giustificata, ma non sempre le motivazioni reali sono quelle più visibili…
Il reale problema del Liceo Virgilio è il sovraffollamento. Questo è usato dalla Dirigente come pretesto per limare i diritti degli studenti nella scuola, privandoli ad esempio di uno spazio autogestito da utilizzare come luogo di incontro e dibattito, ed è una delle cause delle numerose bocciature approvate tra giugno e settembre. Dopo numerosi incontri svolti da diversi studenti durante l’anno 2014-2015, siamo venuti a conoscenza di dati che ci allarmano.Il sovraffollamento è causato dall’aumento senza criterio delle iscrizioni, dalla mancanza di locali e spazi adatti a supportarlo, dalla costante incertezza sulla possibilità di una succursale adatta alle esigenze presentate. Secondo i dati forniti alla delegazione di studenti dall’Ufficio Scolastico Regionale, tramite il Presidente della Commissione Scuola I Municipio, il Liceo Statale Virgilio in Via Giulia 38 lo scorso anno ospitava 1550 studenti. Il tetto massimo imposto dall’USR è di 1200/1250 studenti per istituto. Quest’esubero di 300/350 ragazzi non fa altro che marcare quanto sia grave la situazione della nostra scuola. Negli ultimi anni il numero degli iscritti è cresciuto a dismisura, non permettendo l’utilizzo dei laboratori o dell’aula video perché occupati per carenza di spazi da classi corpose, privando di conseguenza lo studente di un altro diritto: la possibilità di sperimentare e di vedere con i propri occhi cosa sta studiando in ambito scientifico, artistico o letterario.
Sorge un altro grave problema. Il Virgilio non ha una succursale. Ha in prestito dall’Istituto Superiore Statale “Carlo Cattaneo” in Corso Vittorio Emanuele 217 (Palazzo Sora) il terzo piano dell’edificio, in cui colloca sei classi del primo anno. Questo terzo piano è stato considerato da esperti che lo hanno visionato ad “ alto rischio inaccettabile” perché privo di scale antincendio che si fermano al secondo piano e di porte tagliafuoco; inoltre accoglie più studenti di quanti realmente ne potrebbe ospitare. La deroga scadeva giugno 2015, ma siccome al Virgilio è stata negata la “Tavani Arquati” in Lungotevere della Farnesina 11, battaglia che abbiamo portato avanti per più di 3 mesi completamente da soli, è stata prolungata.
La situazione T.A. è ancora più complessa. La Conferenza dei Servizi del 27/02/15 ( dove il Liceo Virgilio non è stato invitato per ovvi motivi) ha deliberato che i locali della T.A. devono essere concessi al Liceo Kennedy, che ha aumentato le classi da 33 a 35 in linea con i Licei Morgagni e Manara e richiede per questo spazi dove poter distribuire i nuovi iscritti. Hanno giustamente agevolato una scuola che pur aumentando gli iscritti resta sotto il tetto del 1200, mentre il Liceo Virgilio continuando ad aumentare le iscrizioni, senza la reale garanzia di una succursale, ha rischiato di avere ben 1650 studenti in un’unica sede quest’anno. Le 57 classi che il Liceo Virgilio aveva lo scorso anno, oggi sono 58. Non sono tutte distribuite in classi a norma poiché molte di queste aule non potrebbero contenere tutti quei studenti che tutt’ora ospitano. Chiari esempi sono: l’aula 32b al II piano (che potrebbe ospitare 15 ragazzi e ne ospita 21), l’aula 15 al I piano (che potrebbe ospitare 15 ragazzi e ne ospita 20) e potrei elencarne molte altre. Inoltre servirebbe venissero attuati lavori di risanamento per quasi tutte le aule presenti nella scuola, battaglia portata avanti dai referenti dei piani nominati dal Comitato Studentesco durante lo scorso anno scolastico,ragazzi mai presi dignitosamente in considerazione dalla Dirigente. Perciò oltre che gravi problemi pratici anche numerosi problemi strutturali mai risolti.
Quindi hanno trovato il modo perfetto per allontanare dalla scuola una parte di studenti, in modo da liberare spazi per i nuovi entrati, applicando una sorta di rottamazione, mirata a limitare i danni dentro la scuola. Ma dove sta scritto che devono essere proprio gli studenti a subire il colpo più duro, dove sta scritto che siamo noi a doverci sacrificare, pur ammettendo di aver sbagliato a non impegnarci al meglio in questo progetto, semplificando questo sporco lavoro di pulizia scolastica. Hanno obbligato numerosi studenti e numerose studentesse a cambiare scuola o ancora peggio ad iscriversi in istituti privati per recuperare gli anni persi. Famiglie di studenti e di studentesse stanno facendo sacrifici enormi per potersi permettere la retta annuale di un’istituto paritario, prosciugando risparmi di una vita, vendendo i propri beni di valore ed accettando di veder lavorare i propri figli sfruttati 8/9 ore al giorno per 3 euro l’ora. Qui fallisce il compito educativo e formativo della scuola pubblica, in questo modo vediamo come si manda in rovina la vita di ragazzi che forse hanno commesso l’unico errore di perdersi durante questo percorso negli anni più difficili, quelli dell’adolescenza. Ma non è proprio questo l’obiettivo della scuola? Aiutarci a non smarrire il cammino e accompagnarci durante un percorso quinquennale, pieno di ostacoli e di difficoltà, dove viviamo trasformazioni che spesso non comprendiamo.
Hanno deciso di punire alcune persone ma di salvarne altre, a volte anche molto meno meritevoli, soltanto perché… arricchite da un cognome più prestigioso? O perché pronte a pagare cifre considerevoli per i propri figli? Non sono supposizioni o ipotesi campate in aria. Molti di noi sanno perfettamente bene, perché conoscono le persone coinvolte, che certe promozioni, certe ammissioni all’esame di Stato sono state comprate con amicizie di peso, con il ricatto di coinvolgere media mainstreaming di cui fanno parte certi nomi, certe famiglie. Ha avuto il suo peso nella scrematura degli studenti. Lo so io, lo sanno i ragazzi coinvolti che ne hanno beneficiato e hanno avuto l’eleganza di farlo notare ai loro compagni “non altrettanto fortunati”. E lo sanno altre figure di questa scuola.
Tra i professori diminuisce sempre di più il numero di educatori e aumenta a dismisura quello dei così detti “ controllori dell’educazione”, che non si dedicano più all’insegnamento ma preferiscono occupare il loro tempo abusando del piccolo potere che hanno, mettendo note, mettendo debiti, bocciando, sanzionando con multe chi non rispetta le regole, cercando ogni pretesto per punire il più antipatico tra i loro allievi, obbedendo al Dirigente come se fosse un sovrano. Esattamente come richiede questa riforma, proprio come li vuole questo sistema. L’azienda Virgilio e il suo Direttore Generale, aiutato dai suoi fedeli collaboratori, sono riusciti a trasformare una scuola ribelle e rivoluzionaria, un’icona nella metropoli romana, un luogo dove non solo si studiava ma si stava insieme, si collaborava, una scuola dove nessuno era straniero ma tutto era di tutti, in una sorta di carcere minorile dove non è nemmeno più consentito reggere uno striscione o fare una “megafonata” in cortile, durante i venti minuti d’aria concessi sotto lo stretto controllo dei “secondini”.
Passatemi il paragone. Credo sia più che lecito. Questa Preside sta attuando un piano fallimentare all’interno di una scuola dello Stato, fallimentare proprio come il piano repressivo che sta attuando, con la scusa del Giubilieo, il Prefetto di Roma Franco Gabrielli aiutato dal Commissario Tronca. Un Prefetto che cerca in tutti i modi di impedire l’aggregazione, sgomberando le occupazioni a scopo abitativo e culturale, impedendo cortei e minacciando di far licenziare chi aderisce a scioperi o a mobilitazioni di protesta (Atac), denunciando e diffidando chi si oppone a questo regime di polizia e terrore, accanendosi contro il mondo del tifo organizzato, neanche fossimo sotto Robespierre, come se Roma fosse una cavia da laboratorio a cui si può fare tutto, su cui si può provare tutto. Continuando a credere che la repressione porti a qualche risultato, continuando a credere che una scuola invivibile per noi studenti come per molti docenti, ancora legati alla vera scuola pubblica sia una scuola giusta, si finirà nel trasformare questa città in un campo di battaglia, condotta però non da quelle nuove generazioni convinte ormai dell’idea che la scuola sia questa, ma ancora una volta da noi e dai nostri genitori, abbandonati dalle generazioni che verranno, costruite a tavolino come piccoli Robot, come vuole questo status quo, come si aspettano coloro che abitano il mondo di sopra, come si augurano i promotori di questa riforma.
Ecco cosa è successo nel nostro Liceo, ecco perché ho deciso di scrivere questa lettera. Una mia riflessione su cosa succede, ripetendo ancora una volta che la vita nella scuola rispecchia quella del mondo di fuori, un mondo guidato da replicanti, arroganti coi più deboli e zerbini coi potenti, e dagli ingiusti che mai si voltano indietro per vedere con i loro occhi cosa hanno costruito… terra bruciata.
Grazie,
uno studente.
Immagine di Noval Nugraha