Cerchiamo progetti da proporre. Al Comitato genitori, per poi sottoporli in Consiglio di Istituto.

Chi ha delle idee si faccia avanti. Parliamone.

Scrivi a info@liceovirgilioroma.eu o  su Facebook dei genitori del virgilio.

Le pubblicheremo.

Nel mentre ecco qua alcune idee.

Noitutti

Robert Jahnsombrelli

Da Fabrizio De Pascale

Problema droga
Dal momento che esiste un divieto di legge a fumare (sigarette o spinelli) nei luoghi pubblici, come è
la scuola, e che, evidentemente la scuola da sola non è in grado di assicurare il rispetto di tale divieto, i genitori disponibili potrebbero collaborare con il personale ATA e con il corpo docenti nell’attività di
dissuasione e vigilanza (in alternativa alle telecamere) degli spazi scolastici, allo scopo di dissuadere attraverso il dialogo e segnalare alla dirigenza i casi di violazione di detto divieto. Ciascun genitore
disponibile potrebbe assicurare dei “turni” orari.

 

Aleksander Petrov _ Alexander Petrov 2

Immagine di Alexander Petrov

Da Francesca Valenza

Scuola sicura è una scuola che si-cura insieme 

Si tratta di attivare un laboratorio permanente dove sperimentare “la democrazia, la fiducia, la responsabilità, la voglia di cambiamento” anche sulla base del principio di sussidarietà art 118, comma 4 della Costituzione che incoraggia la collaborazione tra cittadini e stato nella cura delbbene comune, quale ad  esempio una scuola.

Questo progetto si pone l’obiettivo di educare alla cittadinanza attiva e consapevole tramite la partecipazione attiva degli studenti, ma anche delle loro famiglie come risorse per la scuola.

Si pone inoltre l’obiettivo della cura e del miglioramento delle relazioni nella comunità scolastica, la gestione “creativa” dei conflitti, considerati essi stessi una risorsa per trovare soluzioni innovative ai problemi.

Si scrivono regole chiare e condivise sulla gestione degli spazi comuni a partire dalle proposte degli studenti, insieme con i docenti, i genitori ed educatori professionisti. Si lavora anche sui diritti, diritto allo studio,  all’incontro, al gioco, allo sport, alla partecipazione.

Si può cominciare per piccoli passi con un progetto dedicato al cortile, luogo piacevole dove stare insieme, anche giocare e fare movimento. Il progetto di rifacimento sarà disegnato dai ragazzi con l’aiuto dei genitori architetti, con la partecipazione del responsabile della sicurezza e la collaborazione degli enti locali. Si parte con piccole azioni semplici, come inserire nuove panchine, mini ping pong, bigliardino ecc

Si può utilizzare la vecchia portineria ora abbandonata, per formare un punto informativo e di accoglienza gestito dagli studenti per gli studenti. Avranno computer dove ci saranno informazioni su tutti i progetti della scuola e le opportunità per loro sul territorio.

Gli studenti saranno formati e ascoltati da educatori, insegnanti, terzo settore, all’educazione tra pari, ai diritti, alle regole comuni in una forma non piramidale, ma di scambio attivo.

I fondi potranno essere tratti dal contributo volontario, da raccolta fondi dedicata, da fondi e risorse degli enti locali e del terzo settore, dal volontariato (capitale sociale).

In futuro si potrà partecipare ad un bando dedicato a queste attività nelle scuola (ce ne sono molti).

 

 

Robert Jahns

Da Cecilia Milza

Immagine di Robert Jahns

La prima proposta che mi viene in mente, per cercare innanzitutto di scuotere “il pachiderma” di questo immenso e sfaccettato problema e per cominciare a contrastare il problema sentito da molti (genitori e alunni) di una povertà di comunicazione fra docenti/dirigenza e studenti, soprattutto inerente allo stato esistenziale e al rapporto con la realtà (politica, sociale e individuale), è che si richieda a tutti i docenti di lettere di proporre lo svolgimento di un tema (vi prego un TEMA, non un saggio breve!) sull’argomento droga e specificamente sull’esperienza vissuta, o anche solo raccontata, durante e dopo il blitz e sulle eventuali modalità alternative d’azione che i ragazzi pensano ci sarebbero dovute essere. Se non fosse troppo chiederei ai docenti anche di relazionare poi ufficialmente sul sentito dei ragazzi (ovviamente in termini generali di tendenza critica ed esistenziale e non individuali, nè didattici).

Dopo di che chiederei alla dirigenza di richiedere formalmente a tutti i ragazzi delle proposte scritte per contrastare questo fenomeno, che possano essere rese pubbliche, per permetterci poi di partire da lì.

Mi sembra un modo innanzitutto per far decongestionare i ragazzi che hanno sentito di aver vissuto un abuso, poi per dargli uno spazio/tempo intimo e silenzioso per farli riflettere sull’accaduto e sul tema in generale, per far loro sentire che la scuola si occupa di loro e delle loro emozioni e per restituire loro quel senso di partecipazione e accesso alla decisionalità che giustamente reclamano, spesso con modalità controproducenti, ma che se rimangono inascoltate, portano necessariamente a comportamenti reattivi tipo l’occupazione.

Cecilia

 

ralphgibson

Immagine di Ralph Gibson

Due proposte

Da Roberto Caracciolo

Bisogna ripartire. Trovare un modo di costruire qualcosa di positivo da qualsiasi evento anche se viene a turbare un equilibrio sempre troppo precario. Ciò che è accaduto al Liceo Virgilio due settimane fa è grave da qualsiasi punto di vista lo si voglia vedere. Mi vorrei augurare che si possa ripartire da l’unica cosa sulla quale siamo tutti d’accordo e che è emersa dalla riunione informale di ieri e cioè che la droga a scuola non deve esserci.

1° Proposta

Che ogni classe si incontri a scuola con i docenti, gli studenti e i genitori, per discutere ciò che è successo, per capire il significato della differenza tra pubblico e privato, dei limiti che l’essere parte di una comunità comporta, sul cosa è rispettare gli altri rispettando le regole di base non solo in quanto imposte ma molto più perché di buon senso. Senza in alcun modo cercare di riscrivere le regole, semplicemente una discussione che sia una franca presa di coscienza, tutti assieme, delle regole e delle loro necessità. Credo che ne beneficerebbero sia gli studenti che i genitori. In questa ipotesi ci sarebbe il pieno coinvolgimento della scuola e a ogni incontro parteciperebbero alcuni dei docenti che conoscono bene la classe. (la difficoltà organizzativa di tale proposta è che è molto vasta, richiede tempo ad altri: ai docenti e alla scuola. Bisognerebbe creare un calendario come si è fatto per i Consigli di Classe, dare un tempo per ogni classe)

2° Proposta

Uguale alla precedente ma gli incontri si svolgerebbero fuori dalla scuola. (in questo caso le classi si potrebbero incontrare ovunque. Per far tutto ciò serve la piena collaborazione dei rappresentanti che dovrebbero indicare luogo e tempo, che devono riuscire a far partecipare il più gran numero di persone)