NOT WITH A BANG
This is the way the world ends
Not with a bang but a whimper.
Non con una esplosione ma è con un lamento che il mondo finisce.
T. S. Eliot, The Hollow Men (1925)

E’ di questi giorni il concretarsi della sospensione dei viaggi di scambio dei licei internazionali.
Confesso che un sentimento di sconcerto mi prende. In questi anni ho assistito impotente al progressivo scivolare delle potenzialità della nostra scuola.
Questa decisione assomiglia ad un cupio dissolvi d’incerta natura. Ad una schizofrenia che vede gli open days declamare le potenzialità di un POF che alla fine viene disatteso.
Io iscrivo mio figlio ad una scuola che non si rivela essere quella delle premesse.
E’ stato un lento scivolare, una deriva che va avanti dal almeno cinque anni. E poiché noi non tratteniamo storicamente memoria del passato, vorrei raccontarvi la mia di memoria.
Ho partecipato con entusiasmo alle iniziative della scuola che in realtà spesso sono iniziative di singoli professori che hanno dovuto incontrare non pochi ostacoli per realizzare gli scambi.
Ricordo i ragazzi francesi in visita a Roma. L’intrecciarsi di relazioni, inviti a cena, inviti a restituire le visite in Francia. Ricordo anche una “mondanità festaiola” dei ragazzi, assai corretta ed educata. Ricordo le schede inviate per mail in cui i ragazzi si descrivevano e descrivevano i loro interessi. Eppoi il loro arrivo: il pullman, la prima cena, il fatto che per non so quale motivo ci fosse capitato un ragazzo francese e noi avevamo una sola stanza per ospitarlo, quella di nostra figlia. Ricordo l’amicizia stretta con i genitori del ragazzo, una amicizia che dura ancora oggi.

Ci siamo scambiati reciproche visite, noi adulti. Ricordo l’orgoglio dei nostri figli a mostrare la scuola si un po’ sgarrupata, ma viva e attiva. Ricordo i racconti dei ragazzi di ritorno dalla Francia. Quella settimana e più che i nostri figli trascorrono all’estero vale mille giorni di didattica frontale. Perché non è un viaggiare come stranieri in terra straniera, ma come cittadini della terra che si visita.
Significa che bisogna parlare, esprimersi, comunicare.
E questo è impagabile e remunera sempre.
Noi abbiamo fatto anche l’esperienza dei tre mesi all’estero. Ne siamo contentissimi, e non finiremo di ringraziare la scuola che li ha organizzati. E’
stata una esperienza altamente formativa. Al punto che sarebbe auspicabile che si moltiplicasse, cioè che fosse consentita ad un maggior numero di ragazzi, e che noi fossimo in grado di ospitane altrettanti da fuori. Il liceo francese dove è andata mia figlia infatti dispone di un convitto. I ragazzi trascorrono la  settimana a scuola e il fine settimana in famiglia. Poiché il Virgilio non dispone di strutture, forse si dovrebbe quantomeno tentare di fare una convenzione con un istituto religioso. Ce ne sono a bizzeffe a Roma.
Invece succede il contrario. Oltre a cancellare i viaggi di istruzione – che in verità noi non abbiamo mai fatto in cinque anni – si decide di abolire quel poco che c’è, e che costituisce il tratto distintivo del Virgilio. Si è deciso di cancellare il lavoro dei professori che si sono spesi per realizzare quegli scambi. Lo hanno deciso i professori stessi e si è deciso di non dire perché, utilizzando la scusa dei giorni perduti per l’occupazione.

Questo per me è un tradimento. Significa negare ai nostri ragazzi la possibilità di una esperienza che non ha pari in altre scuole e che spesso costituisce il motivo fondamentale dell’iscrizione.
Significa tradire un patto sottoscritto al momento dell’iscrizione. E – fatto ancora più grave – la legge non vale per tutti. Alcune classi partiranno, altre no, e i motivi sono imperscrutabili. Si ricorre alla somma autorità della scuola per ottenere che i propri figli partano. Alcuni genitori l’hanno avuta vinta e altri no.
Cosa succede se compro una lavatrice e poi la lavatrice non lava? Ho quantomeno diritto ad un risarcimento o alla sostituzione del mezzo.
Un dubbio finale: ma agli open days avranno spiegato che i viaggi di istruzione poi non si fanno?

Gianfranco Isernia
Consigliere di Istituto rappresentante dei genitori.