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http://www.panorama.it/news/figli-estero-vittime-delitto-perfetto/

 

Gentile Redazione

Vi segnalo questo articolo. Sono un ex genitore Virgilio e mia figlia studia all’estero, e anch’io seguo i suoi passi in una università inglese, dove tutto è diverso da noi. Conosco la realtà spersonalizzante delle università Romane. Non c’è accoglienza, non sono stimolate attività tra studenti, i professori sono distanti e l’insegnamento è tanto teorico, e aurale orale.

Non voglio ragionare dell’articolo, fatevi voi una idea. Voglio invece riflettere sulla  distanza tra insegnante e allievo, tra istituzioni e giovani. Dopo gli anni delle elementari, in realtà spesso caratterizzati da  programmi innovativi e maestre moderne, si attraversano le medie per finire nella palude delle istituzioni superiori, ed il liceo Virgilio non fa eccezione.

Io credo che le scuole superiori oggi siano ispirate da un immaginario di selezione ed esclusività che non corrisponde alle esigenze della nostra società moderna.  Gli studenti vengono selezionati. Il sapere è esclusivo, nel senso che pochi sono gli eletti, nella maggioranza degli incapaci.

Molti genitori chiedono disciplina e nozioni, abdicando al loro ruolo di educatori e demandando la disciplina e la formazione dei ragazzi esclusivamente alla scuola e agli insegnanti. Il sapere è nozione,  che va misurata quantitativamente, per produrre un punteggio, in una scala di valori astratti e oggettivi.

Come siamo arrivati a tutto questo, dopo i decreti delegati, la cosiddetta autonomia della scuola e la presenza dei genitori nella vita della stessa?

Io credo che sia una questione proprio nostra, culturale, nel senso di cultura sociale. Mia figlia si è trovata un lavoretto all’estero. Ha sostenuto un colloquio telefonico. E’ stata convocata per la formazione, e chi la convocava si è preoccupato che arrivasse a destinazione, nella sede dell’Ente preposto. Si è premurato di avvisarla che durante le lezioni sarebbe stato servito un pranzo leggero, e se voleva poteva chiedere qualcosa di più sostanzioso, suggerendole addirittura locali vicini alla sede dove poter consumare il pasto. Le hanno specificato la paga e l’ orario del lavoro che sarà chiamata a fare.

Questo modo di agire rispetta le persone.

Ho pensato al nostro paese. Al Moloch delle responsabilità (chi si prende la responsabilità di?) alla farraginosità delle procedure, alla fumosità dei dirigenti che si appellano ai valori della legalità e della sicurezza anche per l’acquisto della carta igienica.

Leggevo delle tessere degli studenti che giacciono in uno scatolone, in segreteria, dove gli addetti sbuffano quando se ne fa richiesta, come se non fosse un loro dovere distribuirli.

Ricordo i soggiorni all’estero, che dovrebbero essere il fiore all’occhiello della scuola e che sono invece annegati nell’indifferenza e nel caos procedurale e che costano più alle famiglie di quanto costerebbero a prenotarsele per conto proprio.

Ho pensato che la colpa è anche nostra, e concludo come si è concluso l’articolo che vi propongo:

In Italia, la mia generazione e le precedenti hanno rubato il futuro ai nostri, ai miei, figli. E non c’è perdono per questo “delitto perfetto”.

 

Gianfranco Isernia

Immagine. Un po’ di follia studentesca: They’ve got the moves: The Eton boys doing the Gangnam dance