Siamo molto emozionati. Per la prima volta una professoressa del Virgilio ci scrive, raccontando il suo punto di vista. La ringraziamo e ci diciamo sin d’ora  aperti ad ogni suggerimento, idea, o contributo, per migliorare il dialogo studenti – professori – genitori.

Grazie.

Noitutti.

 

Gentili Genitori,

Sono la prof. Di Cave . Scrivo queste sue righe di accompagnamento ad una lettera che un mese fa feci pervenire alla redazione del Messaggero e poi inoltrai a C. Raimo per Internazionale, dopo i fatti accaduti a scuola e dopo che fu pubblicata una lettera di alcuni docenti.  La mia lettera non venne pubblicata, ma per chiarezza e trasparenza ne diedi diffusione interna presso i miei Colleghi. Ieri ho letto la riflessione del papà di Luca Giordano e penso meriti risposta il punto in cui chiama in causa i docenti e le loro rappresentanze sindacali. Sono rappresentante sindacale, ma parlo a titolo personale.
Non aggiungo molto perché penso che sia  responsabile, dopo tutto ciò che è accaduto, non alimentare ulteriormente le polemiche.
Fate pervenire la mia lettera al Sig. Giordano o, se volete, pubblicatela sul sito Noitutti.
Claudia Di Cave
Gentile Redazione ,
Scrivo in merito alla lettera  pubblicata sul vostro quotidiano il 26 Marzo con il titolo “Droga al Virgilio; i professori contro gli studenti contestatori”.
In qualità di docente che insegna al Virgilio, vorrei fare alcune precisazioni sul contenuto di questa lettera pubblicata a nome dei docenti, sebbene non tutti l’abbiano potuta vedere e condividere.
– l’ingresso delle forze dell’ordine ha creato in molti studenti, anche quelli più tranquilli, momenti di panico e apprensione, nonché dissenso verso le modalità  con cui si è svolta l’operazione antidroga.
– Se è vero che la scuola è un pezzo di stato e non un porto franco dove tutto può succedere, è anche vero che gli studenti, se compiono un errore, quand’anche maggiorenni e recidivi, non dovrebbero essere pubblicamente umiliati ed esposti alla gogna, anche se il fine è “colpirne uno per educarne cento” . E nella fattispecie il fine di tutto questo dispiego di forze sembrerebbe proprio trovare il “reo buon uomo”, per dirla con Manzoni.
– La strada migliore per uscire da questi momenti di crisi, dolorosi per tutte le componenti della scuola, non credo sia quella che riduce il dissenso a una espressione minoritaria di giovani contestatori dis-educati da genitori, invecchiati nelle contestazioni, ma innanzitutto quella dell’ascolto; tra tutte le critiche che possono essere rivolte all’istituzione, a chi ci lavora e a chi la rappresenta, potrebbero esserci anche delle ragioni da ascoltare.
– Lo dico senza nostalgia del passato , non appartenendo alla generazione dei sessantottini: non possiamo  associare l’impegno politico e la protesta sempre alla difesa dell’illegalità, che, così facendo, torniamo indietro di cinquanta anni.
– Gli studenti potranno di certo imparare il rispetto della istituzione e l’esercizio della democrazia non dalle prove di forza e da muri di esclusione, ma dal dialogo di chi sa mettersi in discussione e dalla paziente autorevolezza di tutti coloro che, con responsabilità diverse, condividono il difficile compito di educare.
Claudia Di Cave
(docente di latino e greco del Virgilio)
Immagine: Kasia Derwinska