Cari amici,

sono il padre di un alunno della I F dell’Internazionale spagnolo. Vorrei esprimere la mia opinione su quanto sta e non sta accadendo. Grazie.

Silvio Santagati

 

Dopo quattordici giorni d’occupazione è giunto per me il momento di esprimere la mia opinione sulle vicende del Liceo Statale Virgilio, lontano dalle polemiche a caldo del contraddittorio virtuale e dal caos delle assemblee improvvisate.

Ritengo che a questo punto l’occupazione sia il fatto meno rilevante. Più importante è senz’altro parlare della la situazione globale di abbandono e di pressapochismo in cui versa il Liceo che i nostri figli frequenterebbero se fosse loro permesso. Così come vorrei riflettere sulle meraviglie   che ci furono raccontate solo pochi mesi fa, quando ci convincemmo che il Virgilio era la scuola che faceva al caso nostro.

Comincio dalla didattica. Sono passati quasi tre mesi dall’inizio delle lezioni e, fra assemblee e disinfestazioni, i giorni utili risultano essere stati molto pochi. Fra pochi giorni si concluderà il primo trimestre e gli studenti dovranno essere valutati sulla base di competenze che non si sa come potranno dimostrare di possedere o non possedere. Del resto, in Prima F non c’è un professore d’inglese da quasi due mesi (in compenso abbiamo pagato anticipatamente per il corso PEC, che non si sa quando potrà cominciare); di Fisica c’è stato dapprima un supplente giovane e deludente e quando finalmente è arrivata la titolare, i ragazzi non hanno fatto in tempo a conoscerla perché è calato il sipario…Né è pensabile che a questo punto, ragazzi di Prima, che avrebbero dovuto acquisire in questi primi mesi i ritmi della scuola superiore, e che il ritmo invece l’hanno completamente perduto, si sottopongano ora ad un bombardamento di verifiche ed interrogazioni nella settimana che resta prima delle vacanze di Natale.

L’edificio. E’ sotto gli occhi di tutti. Ogni commento mi sembra superfluo. Semmai c’è da dire molto sul decoro della scuola. Per la sua assenza quasi totale. Per chi entra od esce attraversando il cortile è impossibile non imbattersi in gruppetti di studenti che a tutte le ore vagabondano con in una mano il cellulare e nell’altra l’immancabile sigaretta accesa. Così come non si può non annusare il dolce profumo di “erba” che ingentilisce l’atmosfera, e sgomenta il genitore impreparato. Si può provare ad andare a reclamare in vicepresidenza, ma la coda è sempre così lunga che si rimanda ad un’altra volta. In attesa che la legge 584/1975  entri in vigore anche da queste parti. E in attesa che qualcuno rimuova la catasta di spazzatura che i ragazzi buttano dietro il muretto dello stesso cortile, su cui siedono abitualmente.

La dirigenza. Non conosco la preside. L’ho  vista due volte, ma non ci ho mai parlato. Di lei apprezzo l’eleganza e l’eloquenza. Temo però che da questa vicenda ne esca molto indebolita. Nei suoi confronti circolano pesanti accuse e informazioni tutte da verificare. E se una sola di queste informazioni fosse vera, penso che ci avrebbe rimesso tutta la sua autorità. Mi riferisco alla presunta convocazione in ministero di dirigente e studenti insieme: qualcuno ha mai saputo di un generale convocato dai suoi superiori insieme alla  truppa?

I professori. Si può fare di più. Non c’è bisogno di entrare nei dettagli, ma solo pensando al gran numero di alunni, mi piace immaginare il  formidabile Gruppo sportivo che si potrebbe costituire. Perché una scuola di cotanta tradizione non offre un servizio di questo tipo?

Il Consiglio d’istituto. Sto con Chiara Matteucci. Condivido le sue ragioni, anche se rivolgersi direttamente al Presidente della Repubblica è stato un’ingenuità. Però meglio ingenui che prepotenti e arroganti.

A questo punto bisogna salvare il salvabile. Propongo: nell’immediato: 1) di indire immediatamente, alla ripresa delle lezioni, tante assemblee quante sono le classi, con la partecipazione dei genitori e di tutti i professori; 2) procrastinare la chiusura del trimestre, trasformandolo in quadrimestre. 3) ripensare al formato ed ai contenuti delle imminenti giornate autopromozionali di “Porte aperte”. A medio termine: 1) di pensare ad un ridimensionamento della scuola in termini numerici. 1400 alunni sono troppi e la loro gestione è molto difficoltosa; 2) Spostare le classi quinte e quarte nei locali della succursale.

Concludo riferendomi a quanto scritto ieri dal professor Argentieri  su questa stessa pagina. Argentieri, di cui ho apprezzato la calma e l’arte diplomatica in occasione dell’assemblea del 4 dicembre, scrive che “ordini a scuola non si possono dare”. Non è vero, e il professore lo sa meglio di tutti.