Al vostro stregone piace sognare. I have a dream, disse un eroe del nostro
secolo tanto tempo fa. Lo stregone ha perciò indossato il copricapo della
invisibilità (non siamo ad Hogwarts, perché Hogwarts non esiste) ed è andato
alla scuola Di Donato, a Roma, al convegno scuole aperte. Il copricapo non ha
funzionato, così aveva l’aspetto di un bambino, ma nessuno l’ha scacciato, anzi
gli è stato offerto un cornetto e del latte.
Qui ha visto dirigenti scolastici, genitori, funzionari del ministero, politici
(si, anche politici) che parlavano. Non è una novità, direte voi: quelli parlano
sempre. Eppure non si è annoiato, né si è addormentato. Ha sognato ad occhi
aperti: quelle persone dicevano che un altro mondo è possibile. E ha pensato al
suo amato Liceo, e l’ha visto sempre aperto, popolato di iniziative, ed era un
piacere andarvi e tutti erano sorridenti, finalmente sorridenti, ed era bello
restarvi tutto il giorno a fare i compiti, a fare prove con la band,
semplicemente a chiacchierare, o a vedere un film. E – pensate un po’ – nel suo
sogno non c’erano porte, né fisiche né mentali e tutti andavano dappertutto,
contenti di essere a scuola. E lo stregone ha pensato al suo poeta preferito, e
al suo
Confuso Sogno.

Era il paese della luce d’oro.
La sera ogni persona, quasi in sogno
abbandonarsi pareva. E mi pareva
– la luce d’oro era finita – in sogno
di te cadere, mio confuso amore.
Sandro Penna
Confuso sogno, Garzanti 1980

Il Vostro

Stregone Benevolo